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sanfermo_story_03 sanfermo_story_01…..in casa nostra, è diventato un modo di dire.

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E’ stato un anno fa, circa, volevo riunire i miei amici a pranzo  e appena si era annunciata una domenica di bel tempo avevo invitato tutti da me a San Fermo…..

Avevo programmato ogni cosa: noi saremmo andati su la domenica mattina stessa, un po’ sul presto, mentre gli ospiti ci avrebbero raggiunto alla spicciolata, intorno all’una.

Giuseppe e Annarosa, che abitano in zona, si sarebbero incaricati di ritirare all’Osteria di Arcisate il “culatello” per l’antipasto, e la polenta già pronta, mentre io avrei portato il piatto forte, cioe’ gli “uccellini scappati”, già cucinati, da Milano…….

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Ed ecco la fatidica domenica mattina.

Tutto si svolge come previsto, alle nove siamo in macchina, perfettamente in orario;   c’è poca coda ai caselli , c’è il sole, si vedono nitidi i profili delle montagne, insomma si prospetta una magnifica giornata.

In viaggio si parla del più e del meno, si nomina il vino da scaraffare, si mettono a punto altri dettagli  e alle 10:30, siamo in vista dell’Arco di San Fermo….

Il tempo di raggiungere il nostro cancello e una copiosa sudorazione mi assale. I miei movimenti diventano pesanti e la mente si intorbidisce. Rene’ e’ ignaro del mio stato e mi spinge all’azione , ma io sono letteralmente paralizzata perche’ …….

…….ho-lasciato-a-casa-le-chiavi……arco_san_fermo

La ridda di pensieri che invade la mia mente e’ vertiginosa , ricorro a tutte le possibilità di scampo …..che devo purtroppo scartare, A)  perche’ sono consapevole che colui che tiene le mie chiavi di scorta,  e’come tutte le domeniche dalla figlia in Svizzera,  B) perche’ tornare a Milano a riprenderle , comporterebbe rientrare alle tre del pomeriggio….

Mi do per vinta, e confesso ad un attonito Rene’ la cruda verita’…..

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Come e’ finita ?

Previo giro di telefonate, sono stati tutti dirottati a pranzo alla Vecchia Osteria di Arcisate, quindi la giornata è stata salvata , ……..ma è chiaro che qualcuno ci ha rimesso la faccia…….

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“Uccellini scappati”                 (ricetta della nonna Maria )

400 gr fesa di vitello a fettine
200 gr fegato di vitello
200 gr pancetta a fettine

Salvia fresca ; olio ; burro*; sale e pepe; vino bianco secco ; farina bianca .(* olio e margarina per le intolleranze al lattosio)

Lunghi stecchi di legno

Battere le fettine di fesa, coprirle con una fettina di pancetta e una foglia di salvia ciascuna, arrotolarle come involtini , e quindi Infilzarli  a tre a tre su uno stecco , alternati a pezzettini di fegato , foglie di salvia e pezzetti di pancetta.  Infarinare leggermente.

Scaldare in un tegame grande olio e burro e rosolare gli ” uccellini”. Irrorare col vino e lasciar cuocere coperto, a fuoco lento, per circa 1 ora.

Se si vogliono servire con la polenta, lasciare abbondante intingolo (aggiungere acqua o brodo, in cottura)